I gustosi friggitelli

Ingredienti

300 gr di friggitelli (piccoli peperoni dolci allungati)
50 gr di pomodorini pachino
5 cucchiai di olio d’oliva

Lavate accuratamente i friggitelli, divideteli a metà, privateli dei semi e tagliateli a strisce sottili di circa un centimetro.
Successivamente, mettete in una padella antiaderente i friggitelli con l’olio di oliva. Fateli cucinare a fuoco medio per circa 10 minuti, mescolandoli di tanto in tanto.
Lavate i pomodorini, privateli dei semi e aggiungeteli ai friggitelli.
Coprite la padella con un coperchio e continuate la cottura a fuoco basso per circa 15 minuti, avendo cura di mescolarli.
Servite i friggitelli con i pomodorini pachino come contorno o antipasto.

Orecchiette fatte in casa

Quando torni a casa dopo tanto tempo ti accorgi di quanto i rapporti di buon vicinato siano la normalità nei piccoli centri  urbani. Non sentirsi da soli perchè ci sta il vicino di casa pronto per qualsiasi evenienza, penso non abbia prezzo…mia mamma mi parla di una sorta di sicurezza inconscia, che io ovviamente non capisco, ma che percepisco quando torno a casa dei miei genitori. Il balcone è il telefono senza fili di questi rapporti e i prodotti della cucina la “merce di scambio”.
Proprio l’altro giorno la signora Ninetta è arrivata a casa con un cesto di orecchiette fatte in casa…una meraviglia!

Mettete sul piano da lavoro le farine a fontana. Aggiungete poco alla volta l’acqua e l’olio d’oliva. Lavorate la pasta fino ad ottenere un impasto omogeneo e compatto. Copritelo con la pellicola trasparente e fatelo riposare in frigo per circa un’ora.

Suddividete l’impasto in quattro parti in modo da ottenere da ogni parte un cordone che stenderete con le mani. Ogni cordone dovrà avere lo spessore di un dito. Da ogni cordone ritagliate tanti pezzetti di pasta di circa 3 cm l’uno. Prendete ogni pezzo di pasta in mano, arrotolateli e formate delle piccole palline.
Schiacciate con il pollice igni pallina in modo da ottenere l’orecchietta.

Le orecchiette fatte in casa, hanno la cottura di circa 4 minuti e sono buonissime con il sugo al pomodoro fresco e basilico.

Il vino della tradizione: il Pian del Moro DOC

Estate, scampagnate in campagna, grigliate di carni e verdure dell’orto, pasta asciutta, focacce, salumi appena affettati e latticini ancora caldi per la lavorazione…queste sono le mie vacanze culinarie forenzesi, del tutto lontane dall’idea di una cucina fresca e leggera. Qui siamo in alta collina, dove non si soffre mai per il troppo caldo e dove la tradizione culinaria è caratterizzate da tutto ciò che è legato alla pastorizia. Il tutto accompagnato da una buona bottiglia di vino aglianico.

Amici e parenti hanno apprezzato molto il Pian del Moro DOC dell’azienda agricola Musto Carmelitano di Maschito.
Le uve utilizzate per la produzione del Pian del Moro DOC provengono dal vigneto più antico dell’azienda, che ha circa 90 anni. Queste vengono raccolte verso la fine del mese di novembre e lasciate in macerazione per circa 20 giorni.  Il vino ottenuto, viene fatto invecchiare in barili di rovere francesi da 500 litri per 12 mesi. Segue poi un affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi. E’ un vino strutturato dal sapore corposo, che si sposa benissimo con i piatti della tradizione culinaria forenzese: carni rosse, cacciagione, salumi, formaggi.

L’età del vigneto e la lavorazione del tutto biologica conferiscono al Pian del Moro DOC la sua unicità: il sapore del vino aglianico autentico così come lo facevano i nostri nonni. Mio padre, figlio di produttore seppur amatoriale di un buon vino aglianico e di conseguenza amatore e conoscitore dello stesso, ha molto apprezzato la riscoperta di quel sapore e quell’odore che sentiva da ragazzo nella cantina di mio nonno.

L’azienda produttrice del Pian del Moro DOC è l’Azienda Agricola Musto Carmelitano di Musto Carmelitano Elisabetta

Via Pietro Nenni, 23
85020 Maschito (PZ) – Italia
telefono e fax +39 097 233312
mobile +39 388 6069526

info@mustocarmelitano.it

Carpaccio di branzino

Una ricetta facile, veloce e fresca…adatta per l’estate come piatto unico, da servire accompagnato da un’insalata fatta di pomodori san marzano, un peperone verde piccolo e non piccante privato dei semi e tagliato a pezzi, basilico, origano e olio d’oliva.
Sarebbe anche perfetto come antipasto, tutto l’anno, per le occasioni speciali!

Ingredienti

2 spigole
3 limoni
6 foglie di basilico
6 cucchiai di olio d’oliva
una manciata di pepe rosa in grani

Sfilettate i branzini, facendo attenzione ad eliminare le spine. Tagliate la polpa ottenuta a fettine spesse circa 4 mm.
Spremete i limoni e ponete il succo nel mixer con il basilico e l’olio d’oliva. Frullate il composto per qualche secondo finoi ad ottenere una crema omogenea.
Ponete le fettine di pesce in dei piatti fondi e cospargetele con la crema ottenuta e qualche grano di pepe rosa.
Fate marinare per 20 minuti.

Risotto con zucchine, menta e lime

Preparate il brodo vegetale con la cipolla bianca, il sedano e la carota. Tenete il brodo in caldo.

In un tegame fate soffriggere lo scalogno tagliato a pezzetti. Aggiungete le zucchine tagliate finemente, le foglioline di menta e il sale e coprite il tegame con un coperchio.

Quando le zucchine saranno appassite, aggiungete il riso e sfumatelo con il lime spremuto. Fate evaporare il lime e aggiungete, di volta in volta, un mestolo di brodo bollente (il brodo dovrà essere caldo per evitare che si blocchi la cottura del riso). Fate cuocere il riso a fuoco medio per 16-17 minuti.

A cottura ultimata, mantecate il riso con il parmigiano grattugiato. Togliete il risotto dal fuoco, fatelo riposare per 1 minuto, e successivamente aggiungete una manciata di pepe.

Il “panuozzo” londinese

Mi piace definirmi napoletana di adozione…non solo perchè a Napoli ho trascorso sette anni importanti della mia vita, ma anche e soprattutto perchè sono una di quelle a cui Napoli è rimasta nel cuore. A fatica ricordo i suoi mille aspetti difficili, o meglio, passano sempre in secondo piano rispetto alla sua unicità…
In quei sette anni ho cercato di prendermi tutto il possibile da una Napoli dalle due facce (come mi piace definirla)…si, perchè ci sta sempre il risvolto della medaglia, e il risultato è stata la consapevolezza che manca sempre qualcosa da imparare, perchè mille sono le sue sfaccettature!

Ovviamente, lo stesso vale dal punto di vista culinario…

Pizza, calzone, panino napoletano, babà, pastiera, salsiccia e friarielli e così via. Le cose che ancora mancano sono tante, e tra queste ci sta il panuozzo di Gragnano. In tutto il mondo Gragnano è famosa per la pasta, ma tra i napoletani doc questa località è famosa soprattutto per il suo panuozzo. Per assaporare questa sorta di panino fatto con la pasta della pizza rigorosamente cotto nel forno a legna e farcito con salumi, mozzarella e verdure, non basta andare nella città partenopea ma è necessario recarsi direttamente a Gragnano…e diciamo che non è proprio a due passi da Napoli. Ad ogni modo io non avevo ancora mangiato il famoso panuozzo, se non fino a una settimana fa!!

L’aspetto interessante è che non ho organizzato una gita nella città della pasta, ma mi trovavo nella vibrante Londra: città piena di sorprese!! Di certo non sono andata alla ricerca disperata di ristoranti italiani (anzi cerco sempre di evitarli all’estero), ma il napoletano doc non ha saputo resistere alla tentazione del panuozzo a Londra. E così una lucana, un napoletano, un piemontese e un marchigiano si son ritrovati da Santoré…a mangiare un panuozzo eccezionale…parola del napoletano doc!!…anche perchè per me era la mia prima volta!