Spaghetti all’aroma di peperoncino piccante

Il pacco delle meraviglie. Periodicamente, dalla sperduta Lucania, arriva direttamente nella mia casa di Bruxelles il pacco di mamma Rachele, meglio detto come pacco delle meraviglie. Si tratta di uno scatolone, all’incirca di 30-35 kg, colmo di ogni prelibatezza.
Data l’enorme quantità di cibo uscito fuori dall’ultimo pacco, ho deciso di dedicarci un’intera sezione del blog, che conterrà tutte le ricette fatte con gli ingredienti from casa Scatamacchia.

Per l’appunto, ecco qui gli spaghetti all’aroma di peperoncino…si tratta di spaghetti trafilati in bronzo, ruvidi e corposi, caratterizzati da un leggero aroma di peperoncino piccante. Io li ho conditi con un sugo al peperone rosso e pomodorini.

Per la preparazione del sugo….

Ingredienti per due persone

1 peperone rosso
300 gr di pomodorini
1 spicchio d’aglio
5 cucchiai di olio d’oliva
basilico
sale e pepe qb

Lavate il peperone, privatelo dei semi e tagliatelo a cubetti. Fatelo rosolare in padella con l’olio e lo spicchio d’aglio per qualche minuto. Aggiungete i pomodorini tagliati in due, il basilico e aggiustate di sale e pepe.
Nel frattempo portate ad ebollizione l’acqua dove cucinerete gli spaghetti al peperoncino. Il tempo di cottura degli spaghetti è anche quello del sugo. Quindi scolate la pasta, aggiungetela al sugo di peperoni e fate insaporine a fuoco vivace per qualche minuto.

Il vino della tradizione: il Pian del Moro DOC

Estate, scampagnate in campagna, grigliate di carni e verdure dell’orto, pasta asciutta, focacce, salumi appena affettati e latticini ancora caldi per la lavorazione…queste sono le mie vacanze culinarie forenzesi, del tutto lontane dall’idea di una cucina fresca e leggera. Qui siamo in alta collina, dove non si soffre mai per il troppo caldo e dove la tradizione culinaria è caratterizzate da tutto ciò che è legato alla pastorizia. Il tutto accompagnato da una buona bottiglia di vino aglianico.

Amici e parenti hanno apprezzato molto il Pian del Moro DOC dell’azienda agricola Musto Carmelitano di Maschito.
Le uve utilizzate per la produzione del Pian del Moro DOC provengono dal vigneto più antico dell’azienda, che ha circa 90 anni. Queste vengono raccolte verso la fine del mese di novembre e lasciate in macerazione per circa 20 giorni.  Il vino ottenuto, viene fatto invecchiare in barili di rovere francesi da 500 litri per 12 mesi. Segue poi un affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi. E’ un vino strutturato dal sapore corposo, che si sposa benissimo con i piatti della tradizione culinaria forenzese: carni rosse, cacciagione, salumi, formaggi.

L’età del vigneto e la lavorazione del tutto biologica conferiscono al Pian del Moro DOC la sua unicità: il sapore del vino aglianico autentico così come lo facevano i nostri nonni. Mio padre, figlio di produttore seppur amatoriale di un buon vino aglianico e di conseguenza amatore e conoscitore dello stesso, ha molto apprezzato la riscoperta di quel sapore e quell’odore che sentiva da ragazzo nella cantina di mio nonno.

L’azienda produttrice del Pian del Moro DOC è l’Azienda Agricola Musto Carmelitano di Musto Carmelitano Elisabetta

Via Pietro Nenni, 23
85020 Maschito (PZ) – Italia
telefono e fax +39 097 233312
mobile +39 388 6069526

info@mustocarmelitano.it

Un amore di vino: l’aglianico di Elisabetta

E’ un lunedì pomeriggio qualsiasi, piove ma fa molto caldo, è luglio e siamo proprio nel periodo del sol leone. Ho appuntamento con Elisabetta alle cinque, nella sua cantina di Maschito.  Elisabetta ha 29 anni e la sua storia è incredibilmente appassionante. Nasce in Inghilterra e all’età di 3 anni si trasferisce nel paese natale dei suoi genitori, Maschito. E’ un piccolo borgo della Basilicata sorto nel 1467 ad opera di una comunità albanese, dove da sempre vi è una forte e radicata tradizione vinicola. All’età di 7 anni, Elisabetta viene adottata dagli zii. Elisabetta cresce così con l’amore di “due famiglie”: quella di origine e quella adottiva, e da entrambe le viene trasmessa la passione per le vigne, l’uva, e il vino.
Il tempo passa, e nel 2007 Elisabetta, in mancanza di lavoro decide di trasformare la sua passione ed il suo amore per il vino in un vero e proprio mestiere. “Io sono fortunata perchè ogni giorno lo dedico a ciò che mi piace di più: alla produzione di vino”.

E’ proprio nel 2007 che nasce l’Azienda Agricola Musto Carmelitano la cui proprietaria è Elisabetta Musto Carmelitano.

Come nasce l’azienda e come l’hai organizzata?
Ho ereditato tre ettari di vigneto, ovviamente aglianico, di età compresa tra i 60 e i 90 anni, e ho deciso di produrre del vino aglianico di qualità e soprattutto biologico. Noi siamo una piccola azienda a conduzione familiare in cui mi aiutano mio padre e mio fratello. Per imporci sul mercato dovevamo puntare sulla qualità e sulla eccezionalità del nostro prodotto.

Quando il vino è biologico?
Il processo di produzione è completamente naturale. Ad esempio il nostro vino contiene poca solforosa, una percentuale molto vicina allo zero. Inoltre utilizziamo dei serbatoi piccoli al fine di non impiegare i lieviti e fare in modo che l’uva fermenti da sè.

Come è stata accolta la produzione di vino biologico dal mercato locale?
Il mercato locale, quello lucano, è saturo. Ci sono un’infinità di produttori di vino aglianico che occupano tutti i settori del mercato da anni. Diversa è la situazione a livello nazionale ed internazionale.

Cioè?
A livello nazionale, grazie alla partecipazione in fiere, come quella di Vicenza, siamo riusciti ad ottenere degli ottimi contatti. Ora il nostro vino lo potete trovare a Como, a Lecco ed in Campania. Con la commercializzazione del 2009 siamo riusciti a piazzare il nostro aglianico biologico anche a New York e in Giappone. E questa è davvero una bella soddisfazione se si pensa che la prima vinificazione risale solo al 2007.

Guardando al futuro, quali gli obiettivi e le difficoltà?
L’obiettivo è sicuramente il mercato tedesco. Le difficoltà, a parte le solite legate alla mancata valorizzazione da parte delle istituzioni locali dell’aglianico in quanto tale, potrebbero venire dalla volontà di effettuare i sondaggi petroliferi nella zona del Vulture. L’eventuale estrazione di petrolio rischierebbe di danneggiare di molto i vitigni. Ma a questo proposito, noi produttori ci stiamo organizzando affinchè questo non accada.

Lascio Elisabetta dopo una lunga chiacchierata nella sua cantina tra gli odori inebrianti del vino e l’entusiasmo di una giovane lucana che ha deciso di crederci.

Di seguito le schede dei vini prodotti nell’azienda di Elisabetta:

Maschitano Rosso I.G.T.

IGT Rosso di Basilicata
Uve 100% Aglianico
Vendemmia fine novembre
Macerazione circa 10 giorni
Invecchiamento 6 mesi in acciaio
Affinamento in bottiglia minimo 2 mesi
Temperatura di servizio 16-18°c

Maschitano Bianco I.G.T.

IGT Bianco di Basilicata
Uve 100% Moscato
Vendemmia inizio settembre
Fermentazione alcolica vinificazione in bianco con temperature controllate
Affinamento in cemento 6 mesi
Temperatura di servizio 10-12°c

Maschitano Rosato I.G.T.

IGT Rosato di Basilicata
Uve 100% Aglianico
Vendemmia inizio ottobre
Vinificazione vinificazione in bianco
Fermentazione circa 30 giorni
Invecchiamento 6 mesi in botti di cemento
Affinamento in bottiglia minimo 2 mesi
Temperatura di servizio 10°c

Serra del Prete

DOC Aglianico del Vulture
Uve 100% Aglianico
Vendemmia fine novembre
Macerazione circa 20 giorni
Invecchiamento 6 mesi in serbatoi d’acciaio
Affinamento in cemento 6 mesi
Affinamento in bottiglia minimo 4 mesi
Temperatura di servizio 16-18°c

Pian del Moro

DOC Aglianico del Vulture
Uve 100% Aglianico
Vendemmia fine novembre
Macerazione circa 20 giorni
Invecchiamento 12 mesi in tonneaux
di rovere francese
Affinamento in bottiglia minimo 4 mesi
Temperatura di servizio 16-18°c

Azienda Agricola Musto Carmelitano
di Musto Carmelitano Elisabetta

Via Pietro Nenni, 23
85020 Maschito (PZ) – Italia
telefono e fax +39 097 233312
mobile +39 388 6069526

info@mustocarmelitano.it

Quando la vita era un gioco: l’infanzia tra i campi e…le lumache

 

Ho trascorso la mia infanzia tra i colli lucani, in un paesino circondato da distese di grano e boschi. La semplicità della vita di paese è come un marchio, sarà sempre con te. Cresci in mezzo alla natura, quindi diventa inevitabile non amarla. Pulcini, conigli e gattini diventano i tuoi compagni di gioco e di merenda…nel vero senso della parola!!Sempre si narra che, da bambina, preferivo pasteggiare in compagnia di gatti e ogni genere di animale da cortile, piuttosto che con le persone. La merenda preferita era senza dubbio pane e pomodoro (una fetta di pane su cui spremere pomodorini freschi, origano, sale e un filo d’olio d’oliva).

Pane e pomodoro era ancora più buono quando con mia nonna andavamo a mangiarlo all’orto. Era bello portarsi con sé il pane avvolto in un tovagliolo e una bottiglietta di olio, andare in campagna, raccogliere i pomodorini, lavarli con l’acqua della fontana, sedersi a terra e preparare un pane e pomodoro unico, dal sapore autentico!

Durante le scampagnate ero anche molto brava a raccogliere e mangiare di nascosto una quantità tale di piselli, da farmi venire un mal di pancia indescrivibile, o a cercare le lumachine.

Il momento ideale per raccogliere le lumache era nel mese di agosto dopo quei bei temporali estivi pomeridiani. Per me era una vera e propria fissazione, così quando il temporale smetteva e usciva l’arcobaleno, pretendevo che mi accompagnassero in campagna, tra le stoppie del grano appena raccolto, per raccogliere lumache (ciamaroc’l in gergo)…poi mia mamma e mia nonna le cucinavano così:

…le mettevano in un recipiente con coperchio per due giorni, al fine di farle spurgare. Dopo lo spurgo le lavavano sotto acqua corrente per 6/7 volte. Erano pronte poi per essere cucinate. Solitamente venivano poste in un pentolone con acqua salata, portate ad ebollizione e schiumate. Successivamente aggiungevano uno spicchio d’aglio tagliato a fettine, origano, pomodorini, e olio d’oliva. La cottura continuava a fuoco medio per circa 30 minuti…Il modo giusto e pratico per mangiarle era con uno stuzzicadenti. Altamente consigliato era inzuppare del pane abbrustolito nel sugo ottenuto.