I sapori e i profumi campani in un sol piatto!

Ingredienti (per 4 persone)

280 gr di scialatielli verdi (pasta fresca tipica della cucina campana)
300 gr di pomodorini del Vesuvio
200 gr di provola affumicata
pecorino grattugiato
sale e pepe qb
3 cucchiai di olio d’oliva
1 spicchio d’aglio
basilico fresco

Dopo aver lavato accuratamente i pomodorini, poneteli in una padella con l’olio, lo spicchio d’aglio una manciata di sale e un pò di pepe. Fate cuocere a fuoco medio per 15 minuti.

Nel frattempo portate ad ebollizione una pentola con dell’acqua in cui cucinerete gli scialatielli, e tagliate la provola a pezzettini.

Quando il sugo di pomodori si sarà consumato, aggiungete la provola e il basilico, e continuate la cottura a fuoco basso fino a quando la provola non si sarà completamente sciolta. Scolate gli scialatielli al dente e saltateli nella padella con il sugo per qualche secondo. Servite ben caldi con la provola filante e una manciata di pecorino.

Napoli: non-conventional tour…o quasi!

…il pizzaiuolo che ha bottega, nella notte, fa un gran numero di queste schiacciate rotonde, di una pasta densa, che si brucia, ma  non si cuoce, cariche di pomidoro quasi crudo, di aglio, di pepe, di origano: queste pizze in tanti settori da un soldo, sono affidate  a un garzone, che le va a vendere in qualche angolo di strada, sovra un banchetto ambulante e lì resta quasi tutto il giorno, con  questi settori di pizza che si gelano al freddo, che si ingialliscono al sole, mangiati dalle mosche… . Vi sono anche, per la notte, dei garzoniche portano sulla testa un grande scudo convesso di stagno, entro cui stanno queste fette di pizza e girano pei vicoli e  danno un grido speciale, dicendo che la pizza ce l’hanno col pomidoro e con l’aglio, con la muzzarella e con le alici salate. Le  povere donne sedute sullo scalino del basso ne comprano e cenano, cioè pranzano, con questo soldo di pizza…“*

…A Napoli il caffè è affar serio. E’ il carburante indispensabile per sopportare i ritmi di una città frenetica nella quale è  difficile orientarsi. I mexico sparsi per la città sono oasi nelle quali rifugiarsi quando Napoli opprime (e Napoli spesso opprime)  alla ricerca di un pò di calore, di comprensione, di un sorriso, di forza per poter andare avanti. Di simpatia, nel senso nobile e  greco della comunione di sentimenti…“**

Sette anni della mia vita li ho trascorsi a Napoli. Napoli o la ami o la odi. Io la amo. E questo amore spropositato si manifesta  quando la lasci. Si, perchè prima o poi la lasci. Ma non è un tradimento, non un abbandono. E’ un allontanamento doloroso e forzato.  Così, appena puoi ci ritorni. E piangi, passeggiando per via Caracciolo alle due del pomeriggio un giorno lavorativo qualsiasi, quando  non ci sta quasi nessuno…e la malinconia ti assale.

Ho avuto la fortuna di conoscere Napoli a 360 gradi, con gli occhi di un napoletano. La mia quotidianità napoletana dunque era ed è  legata a tutti i luoghi e quartieri della città…anche quelli non convenzionali. Il mio più recente ritorno si è così articolato in  lunghe passeggiate tra il Vomero, piazza Dante, via Partenope e Secondigliano…ovviamente con degne e piacevoli pause culinarie…

Colazione al Bar Angelo di C.so Secondigliano
Cornetto con nutella tiepida
Cappuccino freddo, assolutamente cremoso e piacevolissimo al gusto

Pausa caffè al bar Mexico di p.zza Dante
Caffè Harem, zuccherato dalle sapienti mani del barista

Pranzo da Regina Margherita in via Partenope
Scialatielli alla sorrentina
Delizia al limone

Cena alla Pizzeria Vesi di via San Biagio dei Librai
Pizza Margherita, obviously

Cornetto di mezzanotte alla cornetteria Notte è… del quartiere Secondigliano
Cornetto di pasta sfoglia delicatissima al cioccolato o crema
Una bottiglietta di latte

*Matilde Serao, “Il ventre di Napoli”, cap. Quello che mangiano

**Josè Vicente Quirante Rives, “Elogio del caffè al bar. Scritto a Napoli dove il caffè è culto”