About me

Si racconta che il primo approccio con una cucina degna di questo nome, ossia una cucina industriale con decine di stoviglie e cuochi e cameriere e pietanze, lo ebbi alla tenera età di tre anni. Era una calda estate trascorsa a Grado in un grande albergo colmo di tedeschi, dove decisi di far impazzire i miei genitori, prendendo decisioni autonome e rivendicando la mia sete di libertà…libertà che mi portava sempre verso il cibo! Così, una mattina ebbi la brillante idea di sgattaiolare, pian piano, dal lettone, aprire la porta della nostra stanza d’albergo e avviarmi verso il paradiso: la cucina. I miei genitori mi trovarono dopo minuti di trepidazione e paura, in un completo senso di beatitudine, seduta sul grande tavolo di alluminio, tra la vita di una cucina d’albergo alle sette di mattina, a mangiare latte e biscotti e raccontare storie… divenne consuetudine! Così come andare in esplorazione in spiaggia, approfittando di qualche secondo di distrazione di mamma e papà. La questione è che ero mossa sempre dallo stesso input: il cibo… Capitò così di ritrovarmi, senza sapere come, lontano dall’ombrellone dei miei, ad osservare una famiglia tedesca mangiare dei profumatissimi panini con la mortadella, incurante dell’altoparlante che ripeteva il mio nome…

Penso che con qualche inibizione ed inevitabile costruzione sociale…la mia vita e il rapporto con cibo e cucina, sia continuato proprio nel modo in cui è iniziato…naturalmente.